La geografia e la realtà sociale dell’altro vissuta e indagata con gli occhi e l’animo del “residente”.
E’ questa l’essenza del progetto espositivo “Others resident”, in corso alla Fondazione Brodbeck arte contemporanea di Catania fino al 15 novembre. Uno scambio artistico-culturale tra istituzioni e artisti operanti all’interno del bacino Mediterraneo, avviato lo scorso luglio con le esposizioni “Others” proposte negli spazi di Palazzo Riso a Palermo e della Fondazione Puglisi Cosentino a Catania con una selezione di opere tratte dalle biennali di Istanbul, Marrakech e Atene.
Da ciò ha preso origine uno scambio di residenze fra tre artisti selezionati dai curatori delle biennali sopracitate (in ordine: Bige Orer, Abdellah Karroum, Xenia Kalpaktsoglou) e altrettanti facenti parte dell’archivio S.A.C.S. (Sportello per l’Arte Contemporanea della Sicilia, l’archivio di giovani artisti siciliani ideato da RISO). Si tratta di /barbaragurrieri/group, Domenico Mangano e Sebastiano Mortellaro che hanno trascorso un periodo di residenza, rispettivamente, a Istanbul, Atene e Rabat. Di contro e nell’ottica dello scambio, Nazim Hikmet Richard Dikbaş, Mohamed El Baz e Vassilis Patmios Karouk hanno soggiornato, invece, in Sicilia, fra Palermo e Catania.
Prerogativa della residenza è la possibilità di entrare in contatto con contesti diversi rispetto a quelli in cui si è generalmente immersi, un modo per permettere all’artista di conoscere e interagire con differenti realtà sociali permeandone la cultura, il pensiero e le caratteristiche più intrinseche.
L’intento è documentare le possibili trasformazioni che un’opera d’arte può subire quando è pensata al di fuori del contesto usuale in cui agisce l’artista. Il risultato diventa resoconto dell’esperienza vissuta, ne custodisce le emozioni come fa un diario di viaggio.
Molte delle opere in mostra manifestano palesemente la relazione che si è instaurata tra l’artista e il nuovo contesto e rispecchiano la situazione sociale del Paese ospitante.
/barbaragurrieri/group, sodalizio fra Barbara Gurrieri ed Emanuele Tumminelli, presenta una serie di disegni a carattere illustrativo e narrativo ispirati al cruento assalto, avvenuto in concomitanza con l’inizio della residenza a Istanbul, perpetrato dalla marina israeliana ai danni di una nave turca carica di aiuti umanitari destinati a Gaza. A questi lavori si affiancano degli altri disegni che, in dialogo tra di loro, mostrano come la televisione e l’informazione sia in grado di distorcere la percezione della realtà.
L’austerità della Grecia, colpita dalla grave recessione economica e imperversata da manifestazioni e disordini nella capitale Atene, ha condizionato profondamente le due videoproiezioni di Domenico Mangano che, per mezzo di riprese di tipo amatoriale, “sporche”, e con paesaggi surreali carichi di lirismo, riesce a rievocare l’atmosfera di tensione che si respirava in quel periodo in città.
Sebastiano Mortellaro riprende con la sua installazione il simbolo principe del Marocco, ovvero la stella presente sulla bandiera del Paese. Lo fa attraverso la disposizione di alcune antenne paraboliche contenenti cous cous (una pietanza tipica del Nord Africa) che fluttua sotto le continue vibrazioni degli altoparlanti posti sotto a ciascuna parabola, diffondendo gli schiamazzi di un gruppo di manifestanti marocchini, disoccupati, che protestano per la condizione di povertà e fame in cui versano.
L’opera mette in luce il paradossale contrasto tra le tante parabole che “adornano” i tetti della città di Rabat e la povertà diffusa tra la popolazione.
Se i tre artisti siciliani si sono basati molto sui fatti di cronaca e sui problemi che assillano i vari Paesi di residenza, un po’ diverso è stato il caso dei tre artisti arrivati in Sicilia, i quali hanno incentrato il loro pensiero soprattutto sull’arte, la memoria e il potere.
Il marocchino Mohamed El Baz, ad esempio, ha presentato il progetto “Fuck the Death”, un wall drawing raffigurante una carta da gioco che fa da sfondo a una serie di mensole su cui sono sistemate 100 bottiglie riportanti altrettanti nomi di artisti italiani del secolo appena trascorso. In realtà, più che di semplici bottiglie, si tratta di molotov. A fianco, un video mostra le immagini di un qualcosa che va a fuoco e che illumina l’oscurità. Un’opera che vuole rendere omaggio alla genialità degli artisti nostrani e alla loro capacità di innovare, ognuno a suo modo, l’arte dal dopoguerra ad oggi.
Ha lavorato sul concetto di memoria e d’immagine l’artista turco Nazim Hikmet Richard Dikbaş. In mostra presenta una sequela di disegni che riprendono diversi elementi e soggetti che hanno catturato la sua attenzione durante il soggiorno in terra siciliana. A questi si affiancano una serie di fotografie e cartoline d’epoca, recuperate in giro nei vari mercatini, su cui ha agito pittoricamente dando un nuovo senso all’immagine originaria.
Potere, vanitas e monstrum caratterizzano, invece, i lavori dell’artista greco Vassilis Patmios Karouk che, attraverso la pittura e un video, offre due scenari affini e complementari sui rapporti di potere e sulla caducità della vita. Mentre il dipinto dà una visione d’insieme del tema, il video b/n, con una resa tipica di una ripresa in super8, ha come protagonisti tre personaggi che interagiscono fra di loro per la spartizione del cibo, agendo ognuno con le caratteristiche proprie che contraddistinguono ciascuna delle tre forme di governo, cioè democrazia, anarchia e dittatura.
La mostra potrebbe essere vista come uno scambio tra “vicini di casa”, un’occasione per conoscere e rapportarsi con ciò che ci sta accanto ma, tuttavia, è così lontano dalla nostra realtà e dal nostro modo di vedere. Tutto ciò ha permesso ai sei artisti di fare un tuffo in un ambiente diverso, di immergersi totalmente in una nuova cultura di cui ne conservano traccia indelebile le opere presenti in mostra e acquisite dal museo Riso.
OTHERS RESIDENT
Fondazione Brodbeck – Catania