La Partita della Morte

Agosto 1942. Kiev è stremata nel morale e nel corpo da un anno di assedio nazista. Il fronte si è spostato a Stalingrado. Nelle retrovie, in un clima spettrale, appaiono i manifesti della partita di calcio tra lo Start - una squadra mista composta da giocatori delle locali squadre della Dinamo e del Lokomotiv, molti dei quali impiegati come prigionieri di guerra in un panificio - ed il Flakelf, squadra composta da ufficiali tedeschi della Luftwaffe, la potentissima aviazione militare del regime nazista.

La partita deve essere vinta a tutti i costi dal Flakelf reduce di una sconfitta all'andata, e deciso a non far fare un'altra brutta figura al Reich oltre che dimostrare la propria superiorità anche sportiva. Allo stadio Zenith (che oggi si chiama Start) però accorrono numerosi ucraini decisi a sostenere i propri connazionali.

L’incontro è subito duro e violento. L’arbitro, un ufficiale delle SS, non vede i numerosi falli della squadra nazista. Nonostante le botte e le minacce di morte però, lo Start chiude la partita 5 a 1 con capolavoro finale: Il giocatore Klimenko salta come birilli mezza squadra avversaria compreso il portiere e arrivato sulla linea della porta si ferma. Si gira su stesso e calcia il pallone verso la metà campo.

La folla in delirio incita la squadra che a fine incontro non abbandona l’area di gioco, sentendosi in qualche modo protetta. Ma nei giorni successivi al match la vendetta è puntuale ed uno ad uno i giocatori dello Start vengono torturati, deportati e uccisi.

Sopravvivono solo in tre, che riuscendo a fingersi ciabattini vengono spediti a cucire scarpe. Tra loro Goncharenko che a distanza di anni porta alla luce l’episodio. La squadra di calcio Dinamo Kiev ha eretto un busto per Goncharenko con la dedica: "A uno che se lo merita".

La partita della morte ha ispirato diversi film ed è stata utilizzata più volte anche a fini propagandistici. Il più famoso è Fuga per la Vittoria, 1981, di John Huston.

 

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