Seraglio, mediante le sue installazioni d’arte, lascia che gli oggetti si mostrino per il loro magnetismo, ma nel vortice dell’attualità, allorché persino un granello di sabbia può “combaciare” col l’enormità del Sole. Per tali motivi, egli ha insistito parecchio nel visualizzare gli imbuti (per la montagna di sabbia che cade, la ventola da soffitto sul pavimento, la foglia accartocciata ecc…). Là, il magnetismo avrà decostruito tutte le differenze fra gli oggetti, ma a recuperarli nell’attualità “d’un primo acchito”. Innanzi all’installazione di Seraglio, lo spettatore sarà chiamato a supportarne la precarietà. Così, si percepiranno le giunzioni soltanto virtuali, o persino paradossali (quali il woofer che “ascolti” la sabbia, il cuscino che “si gusti” la trave, il vetro che “osservi” la foglia ecc…). Il magnetismo fra due corpi sempre “li strozza”. Seraglio è abile a lasciare che il nostro sguardo cada di primo acchito sulla decostruzione fra i singoli “combaciamenti”. Esteticamente, a lui interessa il “magnetismo” della clessidra, quando una piccola strozzatura al centro dimostra quanto il Sole (nell’ampolla in alto) “giaccia” per la Terra (nell’ampolla in basso), mediante l’attualità del Tempo. Grazie alla fisica, più realisticamente si citerà il caratteristico effetto “farfalla”.
L’artista Seraglio esibisce l’opera dal titolo La caduta d’un granello di sabbia dalla montagna può spostare il Sole (clessidra). Qualcosa che noi percepiremo in via sinestetica, fra “la visione” d’un microfono e “l’ascolto” d’una pallina da ping-pong… L’artista costruisce una piramide di sabbia finissima, accumulata sopra un tavolo cubico. Certo noi possiamo percepire il quadrato tramite il “sobbalzo” del pendente. Lì, la diagonale si farà letteralmente “morsicare” dall’angolo retto, il quale risuonerebbe come una “nacchera”. Noi penseremo al tipico sandwich. Esso torna nel battito delle nacchere, aventi una sonorità “a masticarsi”. Seraglio installa un microfono, il quale ovviamente va piegato, verso la bocca del parlante. Così, sarà formato un angolo ottuso, a confermare la percezione del battito fra le nacchere. Sopra il tavolo cubico, la sabbia avrà una lenta ma inesorabile caduta, complici le più casuali vibrazioni nella stanza. Qualcosa che “morsicherebbe” la base della piramide. L’impercettibilità sarà dovuta al “sobbalzo” della sensibilità, allorché la materia cerchi “una sinestesia” con l’astrazione? Noi ricordiamo il gioco delle bocce, dove la posizione del pallino all’avvio definisce l’acchito. Una sensazione qualunque (visiva, uditiva, tattile, olfattiva, gustosa) accadrà sempre nella propria immediatezza. E’ il caratteristico acchito, il quale però ha un “rimpallo”, facendosi percepire dal cervello. Certo nell’astrazione del pensiero comprensivo, tutte le differenze sensoriali si confonderanno fra di loro. Anche le sinapsi hanno gli “acchiti”; ma questi rimpallerebbero dentro un presupposto olismo del cervello (laddove si favoriscano le sinestesie). L’installazione di Seraglio esibisce la “nacchera” del microfono (triangolato in via ottusa, per intercettare la sabbia caduta). Le palline da ping-pong si farebbero “sbocciare” da un sistema (S)olistico, avendo un loro “moto di rivoluzione”, sotto l’elettromagnetismo “spaziale” del woofer. Ovviamente, i pianeti rispettano un ciclo. Il Sole li farà “sobbalzare”, nel “quadro” d’un loro gravitazione. Se “morsichiamo” nel pugno un po’ di sabbia, essa tenderà a scivolarci via, fra le dita. Lì, la mano si vedrà inquadrata precisamente dal pollice all’indice. Nel contempo, la diagonale del palmo finirebbe a sobbalzare. Seraglio ha aggiunto un microfono. Qualcosa che registri tutte le vibrazioni della sabbia in caduta, pure amplificate sino a bilanciare sette palline da ping-pong, facenti da base ed “antenna” per due tavole lignee. Nell’insieme, la sua opera d’arte ha una giustificazione, dalla fisica. La caduta d’un solo granello sabbioso, dalla montagna, potrà spostare perfino il Sole… Il woofer si configura come un cubo al proprio “sobbalzo”. Si può citare la stereofonia. Questa si percepisce come ottimale se favorisce un ascolto “a 360°”. Per evitare ciascun “disturbo” dall’esterno, la stereofonia richiede d’isolarsi nel cubo d’una stanza. Il woofer è di forma tanto circolare quanto appiattita. Così, i suoni si potranno udire nell’astrattezza d’un loro “inquadramento”? La pallina da ping-pong va colpita con la tipica racchetta. La prima si farà “morsicare” dal taglio in diagonale della seconda. Complice l’orizzonte prospettico, a noi sembra che la volta celeste possa “schiacciarsi” come una nacchera sul “sobbalzo” del Sole (che “pencola” dall’Oriente all’Occidente). In fisica esiste il campo gravitazionale. Tramite questo, il Sole ha l’impercettibilità dell’elettromagnetismo, che però manterrà in “sobbalzo” ciascun pianeta. Basta citare il caratteristico moto di rivoluzione, designante l’anno. L’orbita del pianeta ci sembrerà nel “cubo volteggiante” sotto la “nacchera” del magnetismo solare. Il moto di rivoluzione accade nell’inerzia d’una materia oscura. Tramite questa, qualsiasi pendenza sembrerà “morsicata” sulla propria circolarità. Seraglio ha installato la pallina da ping-pong, che evidentemente potrà simboleggiare il pianeta. Secondo lui, la sabbia caduta non produrrà mai una sonorità tale da lanciare i “gira-soli” d’ogni woofer. Resta però l’inerzia “d’un sobbalzo”, come per “la nacchera” dell’elettromagnetismo, rispetto alla materia planetaria nel “cubo volteggiante” per il suo moto di rivoluzione. A Seraglio, in fisica interessa citare l’effetto farfalla, allorché le molecole d’aria per il battito d’ala avvieranno quelle piovose d’un pericolosissimo uragano. I due elementi in gioco dovranno rientrare in un sistema caotico. In questo, la sensibilità letteralmente “sobbalzerebbe verso l’astrazione”, rendendosi così impercettibile. Tramite il principio d’entropia, noi sappiamo che l’energia tende spontaneamente al caos. Lì ogni “combaciarsi” della sensazione (fra se stessi e la propria esteriorità) si farà “svuotare”. Nel disordine, pare che una forza impercettibile letteralmente “spintoni”. Tutta l’astrazione del vuoto avrà “rimpallato” il combaciarsi della sensazione (fra se stessi ed un’esteriorità ormai irraggiungibile…). Il caos è “sul morso” di ciascun inquadramento. Sempre l’Universo sovrasta, e l’entropia spacca. Seraglio ha poi provato a “materializzare” l’elettromagnetismo, sulle due tavole di legno. Esse “schiaccerebbero” il quadro “sobbalzante” della pallina da ping-pong, come pianeta al suo moto di rivoluzione. In fisica, l’effetto farfalla sarebbe dimostrabile soprattutto fra le precipitazioni dal cielo. Là, ogni nuvola “si farà morsicare” dai venti. Seraglio lascia che a precipitare sia la sabbia, come se la materia oscura dell’Universo “sobbalzasse” fra la “nacchera” del Tempo. Noi percepiamo che l’attualità in sé già posticipa il passato, ed anticipa il futuro. La prima dunque funge da “nacchera” per il “sobbalzo” dei secondi (nel ricordo o nell’attesa). La percezione del disordine deriva dall’inerzia che “morsichi” la sensibilità. L’attualità è sempre “elettromagnetica”, per il quadro del passato e del futuro! Ricordiamo che, se la televisione non ha l’antenna funzionante, allora compare il fastidioso effetto sabbia… Almeno tre palline da ping-pong sono state piazzate in cima alla tavola di legno. Quelle dunque “intercetterebbero”, nella propria antenna, tutto il “sobbalzo” spaziotemporale dalla sabbia per materia oscura alla “nacchera” del pianeta a cubo orbitante. Ci sembra interessante la citazione dell’effetto farfalla. Il battito d’ali “intercetta” ogni “sobbalzo a nacchera” dell’addome.
Per il filosofo Kant, bisogna distinguere la provvidenza ordinaria dalla provvidenza straordinaria. La prima ad esempio assicura “con utilità” la morte e la rinascita, attraverso il cambio delle stagioni. La seconda invece decisamente favorisce, quando le correnti marine trasportano il legname sulle brulle coste ai poli, donando il fuoco ai pochi abitanti… Subito a Kant interessa risolvere il problema del determinismo. Forse, non sarà così importante sapere se Dio abbia causato le leggi della fisica. Ma quelle molto utilmente si percepiranno in via etica, quando la caducità umana rispetterà la Provvidenza (ordinaria o straordinaria).
Seraglio poi ci esibisce l’installazione denominata Pittura. Egli in specie ha adagiato al muro una lastra di vetro, decorata in alto sul retro dal colore smaltato, nel suo “accartocciarsi”. La superficie impermeabile era stata letteralmente “spellata”, accumulandone in seguito i vari frammenti contro l’angolo d’una stanza. Seraglio principalmente desiderava che il colore smaltato sentisse ciascuna vibrazione dell’ambiente circostante. L’angolo della stanza confermerà il “sobbalzo” del quadro ortogonale. La pelle ferita può “rinascere”, tramite l’emostasi. Qualcosa da percepire “nell’accartocciarsi” del “morso sanguigno”. Nessuno di noi si causerà da solo la propria emostasi, ma avrà eticamente fiducia che quella gli avvenga! Seraglio appende al muro “gli angoli spellati”, e dietro la lastra di vetro. Tramite il microscopio, noi proveremo a percepire “la vibrazione” della nostra sensibilità. Sarà virtualmente uno “spellare” il Sé “all’orbita stagionale” della vitalità (mentre le cellule muoiono per rinascere di continuo). In autunno, la foglia accartocciata inevitabilmente cade dall’albero. Qualcosa che assomigli al battito d’ali immediatamente “intercettato” dal vento “a duna sabbiosa”. Una foglia accartocciata sarà stata “morsa” dal ramo rinsecchito. La duna sabbiosa visivamente “si spellerebbe” al vento. Seraglio colora i suoi “angoli accartocciati” con il tono giallo. E’ la vibrazione dell’elettromagnetismo solare, “mordente” la vita. Un’infima cellula del nostro corpo morirà per “farci sobbalzare” dalla sola sensibilità “all’impercettibilità astratta” della “fiducia” per il presente che “provveda” al suo futuro. Kantianamente, il vetro “al macroscopio” del sistema solare, qui installato da Seraglio, consente di “spellare” la vita nel ciclo delle stagioni. Si percepisce che l’elettromagnetismo del Sole abbia “coagulato” ogni “sobbalzo” sulla materia oscura (se l’inerzia fungerà da “cartoccio” per il movimento).
Il poeta Paul Valery scrisse il dialogo Eupalinos. In questo, Socrate raccontava a Fedro d’aver recuperato per caso qualcosa di puramente bianco, e d’una leggerezza dolce, in riva al mare. Intorno, tutta la sabbia poteva risplendere al Sole (fra la schiuma e le conchiglie). Socrate prese in mano quell’oggetto: prima per soffiarci sopra, poi sfregandolo sul mantello. A lui interessava chiedersi come potesse nascere l’informe. Una riva determina il confine “confuso” fra le onde e la terraferma. E’ la metafora delle domande che cerchino la loro risposta universale. Nell’informe, le linee nasceranno per rimodellarsi di continuo. La filosofia si dà mentre si sospende la “stabilità” della vita quotidiana.
Infine Seraglio espone l’opera denominata Aprire un varco per modellare l’aria. Egli ha impilato due tavolini, con una trave che virtualmente li allaccia ad un cuscino sul muro. Nel medesimo tempo, una ventola da soffitto è abbassata sino a rasentare il pavimento. Più chiaramente, essa avrà una pala che gratti la calce del muro. Tradizionalmente la scultura s’ottiene levando il supporto (di pietra, di legno, di bronzo ecc…) inutile. La ventola da soffitto sarebbe stata abbassata rivalutando esteticamente la scalfittura d’un muro qualunque. Seraglio ironizza sulla pesantezza del marchingegno che sostiene il valore del suo rimodellamento. Siamo abituati a pensare che per levare non occorra fare molto… Una ventola da soffitto si percepisce tramite la “dolce leggerezza” del suo condizionamento, d’estate, contro l’umidità. Seraglio di fatto la utilizza per “sfregare” il muro, e quindi caricandola d’una pesantezza. L’intera installazione va a rimodellare l’aria per il suo “sobbalzo” nella calce, dopo aver “spellato” le vibrazioni “sull’orbita” del magnetismo. La ventola da soffitto ovviamente è circolare, e ha le pale. Qualcosa che assomiglierà ad un “piccolo Sole”, il quale però non scaldi bensì “rinfreschi”. Noi conosciamo la “pesantezza” del pulviscolo atmosferico, rispetto al vuoto del cielo. L’afa d’estate “ci bagna” paradossalmente… con il caldo. Una nostra sudorazione si percepisce sulla “pesantezza” della pelle. Per levarsela di torno, noi avremmo bisogno di farci “solamente scalfire”, attraverso l’acqua rinfrescante (in piscina, al mare, sotto la doccia ecc…). Il pulviscolo atmosferico sobbalzerebbe fra l’azoto e l’ossigeno. Nell’installazione di Seraglio, i due tavoli sono impilati, come attraendosi dai loro magneti. Chi fatica a sopportare la sudorazione per l’afa, disgraziatamente sa che non possiamo levarci pure la pelle, dopo tutti i vestiti. La ventola da soffitto fortunatamente un po’ ci “rinfresca”. Quella “scalfisce” la percezione magnetica della sudorazione (allorché siamo “nell’orbita” del Sole “accartocciato” sulla Terra).
In lingua greca, la parola clessidra significa furto d’acqua. Lì, concretamente avviene che la “sabbia” si serve (versata dall’alto in basso), e “s’esibisce” nel suo servirsi (per la scansione del tempo). Per Bachelard la stanza chiusa che ci permette di meditare è quasi sempre arredata tramite la candela, il tavolo, la clessidra. Tutti elementi che rientrano nella fenomenologia della temporalità. La fiamma è per Bachelard una clessidra, avente la “sabbia” che scorre (paradossalmente) verso l’alto. Basterà che vediamo la sua combustione. Nella “clessidra” della fiamma, la “sabbia gassosa” è ovviamente più leggera. Né ci sembra che vediamo uno svuotamento (contro ciò che accade dall’ampolla in alto a quella in basso). Una fiamma per Bachelard paradossalmente si dà creandosi. Conosciamo i moti impercettibili del gas, che così si rimodella (per esempio con l’aiuto del vento). Secondo Bachelard, nella “stanza chiusa” della meditazione, la fiamma e la clessidra “comunicano” fra di loro sostituendo rispettivamente l’anima e l’animo. Il gas è leggero, la sabbia invece pesa. L’anima “consuma” la sua vitalità nella tensione di risalirla (spiritualmente), l’animo in quella di scaricarla (impulsivamente).
Seraglio lascia che la ventola da soffitta cada sul pavimento, o quasi. Le sue pale potranno pericolosamente “strozzare” i nostri piedi, ben oltre il semplice intralcio? Certo una clessidra mostra la sabbia in caduta. Essa ha pure una strozzatura, fra le due ampolle. Il tradizionale deumidificatore serve a “rubare” l’acqua molto pesante del magnetismo solare. La ventola da soffitto potrà riconfigurarsi come una “clessidra”, in cui tutto il pulviscolo atmosferico cadrebbe a terra. I tavoli sono attaccati fra di loro, mentre la meditazione avviene sul “magnetismo” della mente, che ha pensieri “astrattamente impercettibili”. Nella candela, il gas ci pare a rimodellarsi con la “dolce rugosità” del colabile. Prima, “gli angoli a cartoccio” avrebbero potuto “infiammarsi”. Là, facilmente noi percepivamo il colato. Inoltre, le figure del tipo trapezoidale avranno le diagonali “nel loro strozzarsi”, quasi citando l’ampolla d’una clessidra. Seraglio ci esibisce un vero e proprio effetto farfalla, sul magnetismo della vita che, come una candela, “si spelli” impercettibilmente fra “le sabbie” dei sentimenti. Questi hanno una loro calorosità, ma solo da una “clessidra” dell’anima, modellata sul “cartoccio” dei ricordi o delle aspettative.
(Recensione d'estetica per le installazioni di Stefano Seraglio, in mostra a Brescia, presso lo Spazio "MeccanicheCeruti", dal 28 Novembre al 13 Dicembre)