Space of humanity, al via a Locorotondo la doppia personale di Vincenzo Mascoli e Marco Lodola

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La riflessione sulla perdita di senso che l’iperrealtà ha prodotto nel mondo fenomenico, annullando la distanza tra oggetto e soggetto attraverso la realtà virtuale e lo svuotamento di significato del simbolo e del segno, generata dalla massiva e tautologica comunicazione mediatica della “società dello spettacolo” definita da Guy Debord. Vincenzo Mascoli fonda la sua ricerca artistica su questo architrave tematico, esprimendosi attraverso assemblaggi e collage “iperpop” e dipinti iperpolicromi. L’artista pugliese si confronta - nella doppia personale Space of Humanity, che verrà inaugurata il prossimo 9 luglio a Locorotondo - con il mondo fatto di neon e perspex concepito dall’artista lombardo Marco Lodola, fondatore - nei gloriosi anni ’80 - del Nuovo Futurismo e originale interprete della pop art. I due artisti dialogheranno sul tema, aperto, dell’umanità, nello storico contesto della chiesa ortodossa di San Nicola a Locorotondo. Testo critico della mostra, patrocinata dal Comune all’interno del Locus Festival 2017 e curata da Avangart, è a cura di Vittorio Sgarbi. Ecco cosa scrive a tal proposito il critico d’arte:  

 “Sigle, icone, loghi che giungono ad abitare nell'inconscio e a convivere con quegli stessi miti dai quali provenivano, confondendosi con essi in un continuo meccanismo di specchi riflettenti. Galleggiare, stare in superficie senza essere superficiali, ecco il grande azzardo dell'arte di Lodola; perchè il piacere è qualcosa di rapido e di evanescente, esiste solo se non si va a scavare nelle nostre complicazioni, nelle nostre intricate psicologie, nelle nostre eterne insoddisfazioni.”, per Mascoli:“Cosa siamo diventati, rispetto al grande flusso oggi dilagante? E' questa, credo, la domanda di fondo che si pone Mascoli e su cui ci invita a riflettere, riconoscendo all'arte, la sua arte, una prerogativa speciale, la capacità di bloccare ciò che di per sé tenderebbe a essere un panta rei in continuo movimento e a lasciare segni sempre più labili nella nostra coscienza, individuale e collettiva.”

Entusiasti della doppia personale anche Ermelinda Prete, Assessore alla Cultura del Comune di Locorotondo che stigmatizza:  “Parlare il linguaggio dell’arte contemporanea significa scoprire la quotidianità che si cela tra forme, spazi e colori; vuol dire essere pronti a divenire un ricettacolo di emozioni, essere predisposti a confrontarsi con i colori della propria anima. Ed è proprio in questa direzione che Vincenzo Mascoli e Marco Lodola ci accompagnano, impregnando le loro opere di colori e veicolando emozioni”.

Il Sindaco Tommaso Scatigna commenta inoltre: “Locorotondo si veste di arte e lo fa attraverso due autentici testimoni del nostro tempo. Ed è così che la chiesetta di San Nicola, incastonata fra il bianco delle calce delle nostre cummerse, diventa il palcoscenico in cui al linguaggio pop fatto di scatole luminose e colore di Marco Lodola si contrappongono gli strappi e i volti del quotidiano raccontati da Vincenzo Mascoli”.

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