Artisti contemporanei, un prodotto dei media?

 

 

Io, tu, lui, voi, noi, egli: Artisti mediatizzati?

 

L'importanza dell'informazione e della comunicazione negli apparati e nei sistemi chiusi come in quelli aperti, è accentuata dal fatto che le pratiche del lavoro artistico e della sua produzione economica sono sempre più mediatizzate.

Media e tecnologie della comunicazione sono sempre più centrali nelle pratiche della produzione artistica specchio dell'attuale produzione biopolitica.

I social media contemporaneamente liberano e incatenano gli artisti al proprio lavoro, dovunque andiamo con il nostro smartphone siamo al lavoro. Non siamo più artisti alienati come i nostri predecessori, noi siamo mutati, siamo i mediatizzati, siamo interamente classificati e assorbiti dal web, non siamo scissi, ma frammentati, dispersi, non siamo più passivi, ci impongono una costante partecipazione, costretti a scegliere quello che preferiamo, costretti a esprimere opinioni e a narrare le nostre vite. Un distinguo c'è, l'artista lavoratore produce informazione viva, la tristezza è che l'artista prodotto dal mercato e dagli investimenti statici di capitali che si autoalimentano la cristallizza e la trasforma in lingua morta nell'interno dell'apparato burocratico del sistema mercantile dell'arte.

Serve evitare che la vita, i bisogni, i desideri degli artisti e la loro ricerca si riducano alle tipiche domande da social media: Dove sei? Cosa fai? Cosa pensi? Che libri leggi?

Il ricercatore artistico prima di comunicare in modo attivo in network deve avere una precisa coscienza della propria singolarità, essere se stessi, raccontare la propria totalità in termini individuali, il linguaggio artistico è dell'individuo e non del gene assoluto, il genio individuale non è assoluto ma è autodeterminato. La singolarità di un linguaggio artistico esiste quando c'è dietro una identità multipla in grado di trovare completamente se stessa in relazione con gli altri.

L'espressione di una ricerca artistica in un network di artisti non è mai individuale ma sempre corale e operativa, sono la costruzione della propria ricerca in un quadro d'insieme. Si tratta di de-mediatizzare da una erronea e presunta specializzazione la propria professione senza cessare di interagire con i media, questo ci permette di usare i social media e non ci pone nella condizione di farsi usare da questi. Ci muoviamo come tanti sciami, insetti che si ritrovano con le loro ricerche in comune in posti inusuali (come una automobile carica di ricerche artistiche specifiche ma frutto di una nuova logica strategica comune).

I media determinano la nostra nuova produzione collettiva, creiamo nuove verità fondate su una idea dell'arte come linguaggio comune per intendersi tra artisti, la verità nella rappresentazione di un altro sistema dell'arte è nell'atto linguistico collettivo creativo, relazionando autoapprendiamo e ci autoformiamo e specializziamo permanentemente, in più produciamo e distribuiamo conoscenza a km.zero.

La produzione artistica contemporanea è insita di contraddizioni, questo è il motivo per il quale ricercatori di senso didattico dell'arte individuano come nodo di sistema da attaccare criticamente l'artista che si pone supino nei confronti di imposizioni di mercato. La competenza dell'artista in tempi così complessi deve forza maggiore essere pluralista, diffusa e politica, questo per eliminare una idea di trascendenza erronea legata all'arte, l'unica maniera possibile per svincolare la ricerca artistica dal mercato privato e consegnarla alla vita reale.

L'attuale sistema dell'arte non è democratico, non è meritocratico e neanche ragionevole, con i social network si può giocare a rappresentare un altro sistema dell'arte, trasparente nelle proprie operazioni e privo di cassetti segreti. Non solo ricerca di abuso ma indagine concreta su altri possibili sistemi dell'arte oltre l'attuale sistema fondato su imposizioni di mercato.

La produzione artistica contemporanea è insita di contraddizioni, questo è il motivo per il quale ricercatori di senso didattico dell'arte individuano come nodo di sistema da attaccare criticamente l'artista che si pone supino nei confronti di imposizioni di mercato. La competenza dell'artista in tempi così complessi deve forza maggiore essere pluralista, diffusa e politica, questo per eliminare un’idea di trascendenza erronea legata all'arte, l'unica maniera possibile per svincolare  la ricerca artistica dal mercato privato e consegnarla alla vita reale. L'attuale sistema dell'arte non è democratico, non è meritocratico e neanche ragionevole, con i social network si può giocare a rappresentare un altro sistema dell'arte, trasparente nelle proprie operazioni e privo di cassetti segreti.

Non solo ricerca di abuso ma indagine concreta su altri possibili sistemi dell'arte oltre l'attuale sistema fondato su imposizioni di mercato.

La sicurezza di un "Altro sistema dell'arte" è determinata da artisti che in autonomia non hanno più paura di muoversi senza la rappresentanza del curatore o del gallerista. Rifiutando di essere rappresentati si sonda e scopre il potere della partecipazione attiva al processo artistico in tutta la sua totalità, questa nuova figura dell'artista nel terzo millennio è dell'artista commoner, l'artista comune che lavora sul comune. Artisti comuni che hanno un ruolo e un compito fuori dall'ordinario, aprire la proprietà privata e renderla accessibile a tutti e trasformare la proprietà pubblica e statalista in bene realmente comune, non solo ricercatori ma creatori di modalità che facilitino il libero scambio di idee, immagini e codici; l'artista commoner crea alleanze tra gruppi sociali, tra studenti, lavoratori, disoccupati e anche quadri dirigenziali impegnati nella determinazione del comune.

Altro sistema oltre il sistema vuole dire riaffermare il valore del collettivo sul limite dell'appartenenza territoriale, questo perché gli artisti non vivono territori e neanche necessariamente dimensioni pubbliche, vivono prima di tutto uno spazio simbolico, quello sui cui lavorano gli altri artisti quelli che non tutti conoscete perché lavorano oltre il sistema è il limite culturale che non è necessariamente un limite spaziale. Un altro sistema, oltre il sistema, fatto da una rete di artisti attraverso i social media è in quanto sistema fatto di riferimenti e linguaggi simbolici, qualcosa in grado di oltrepassare limiti fisici, la simbolicità di una azione artistica trascende e travalica i limiti fisici e culturali, evitiamo l'errore indotto dai sistemi economici e di mercato di confondere attraverso l'azione artistica il limite culturale con i limiti di una mala politica o con il mercato stesso.

Questo è per gli artisti il tempo della scomparsa della distanza, che certi addetti ai lavori neoconservatori con la complicità di scarsi artisti dilettanti venduti come professionisti continuano a conservare, viviamo in una televisione mondiale tutti, anche quelli che usano esclusivamente il web convinti così di negare i mezzi di comunicazione di messa classici, non esiste più una reale dimensione di rappresentanza politica delle arti, esiste solo in quanto fagocitata completamente dal sistema economico.

I nostri sindaci, i nostri governatori, i nostri tecnici, il nostro parlamento sono destinati a essere amministrati nell'applicazione puntigliosa dei regolamenti, sono esecutori e dipendendenti di un potere economico gerarchico che crea una permanente guerra di tutti contro tutti, questa è la globalizzazione, dall'arte bisogna ricostruire i rapporti orizzontali oltre il mercato per disegnare diversi rapporti verticali in grado di raccogliere e imporre le culture al mercato globale.

           

              

              

              

 

 

 

Mimmo Di Caterino

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