Selfie center:
Stiamo vivendo una rivoluzione dei linguaggi dell'arte cui la specie si sta adattando senza la possibilità di essere accompagnata dall'insegnamento della generazione che la precede.
L'interconnessione digitale, la bulimia dell'immagine di sé autoprodotta che gira e si riproduce via web è una novità assoluta per la condizione umana, questo è il motivo per quale ragiono molto sul selfie e le sue implicazioni sociali, politiche, comportamentali ed economiche.
L'autostima nell'epoca dei social network e dei selfie scricchiola o si ipertrofizza?
Come reagisce il nostro organismo in mutazione permanente davanti all'immagine di sé quando il fotoricco non riesce a colmare le insicurezze e le incertezze in relazione alla propria immagine?
Secondo l'Accademia Americana di plastica facciale e di chirurgia ricostruttiva, il numero degli interventi estetici sarebbe in aumento, impazzano on line Ken e Barbie reali costruiti a immagine e somiglianza dei loro selfie fatti modello estetico.
Tutto ciò muove da una società umana in mutazione permanente, dove siamo ossessionati dall'aspetto esteriore e dalla nostra immagine concepita per essere prodotta all'infinito tra le tante del bulimico menù dell'iperconnessa società dell'immagine.
L'accostamento tra un "mi piace" in più e gli interventi di chirurgia plastica che ci rendono sempre più conformi alla linea non è da sottovalutare, è nei numeri, nel 2013 gli interventi chirurgici e plastici degli interconnessi che ancora non hanno trent'anni, sono aumentati del dieci per cento.
Trapianti di capelli? In aumento del sette per cento.
Rimodellamento delle palpebre? Più sei per cento.
Ma gli effetti collaterali del selfie non terminano; la nostra immagine cover, il nostro avatar, il nostro selfie è in molti casi, l'unica immagine di noi al mondo, datore di lavoro possibile compreso.
Sembra addirittura che il novantaquattro per cento di aziende in cerca di personale (percentuale altissima), utilizza i social network per cercare nuovi collaboratori; il settantotto per cento delle società specializzate nella selezione del personale, assume dipendenti dopo avere visonato i propri profili sui social media più diffusi.
In altre parole, per l'immagine amatoriale di noi stessi non c'è più spazio ed è destinata a scomparire, i nostri selfie determinano il nostro lavoro, il nostro mercato e la nostra vita.
Pollice verso per questa incredibile mutazione della specie umana in atto, dettata dal mercato delle vite umane? Certo è che se dovessimo scegliere tra costruire piramidi sotto il sole o essere schiavi della nostra immagine, difficilmente si rinuncerebbe al proprio smartphone!