Stanze intelligenti dell'arte, i nuovi spazi del contemporaneo.

STANZE DI RICERCA INTELLIGENTI DEL SENSO DELL’ARTE

L'impossibilità di ragionare sull'arte come linguaggio priva gli stessi addetti ai lavori e il loro pubblico di spirito  realmente critico,  di discernere la verità dall'errore e tra etica ed estetica della rappresentazione visiva, si è impossibilitati a formulare un giudizio preciso. I giudizi di valore e merito sono sempre giudizi imposti dal mercato delle case d'aste "internazionali" e mai discussi.
Fai arte e ricerca on line? Secondo i "professionisti" barricati e rintanati lavori per indebolire la memoria, contribuisci come Google a rendere stupidi, sguazzi i territori di amatori e appassionati un poco fissati a scapito dei professionisti. Costituisci senza rendertene conto l'ascesa degli ignoranti, esalti il plagio e la fine della cultura, vivi una dimensione conoscitiva medioevale con masturbatori dallo sguardo vitreo che giudicano la verità in base al numero di pollici in su, la saggezza la misurano col numero di visite e la conoscenza è ridotta a ciò che fa più comodo credere.
Ma forse la verità è che gli specialisti operatori dell'arte stanno finendo al muro per una crisi in parallelo con una esaltazione e manifestazione epocale della conoscenza. Il sapere artistico oggi non è più in luoghi di culto, in gallerie-galere, in Musei, in Accademiche riviste di Accademici mercati.
I movimenti culturali hanno espropriato, la ricerca artistica è proprietà della rete, la moltitudine nella sua folle follia può racchiudere saggezza e mostrarsi più intelligente del suo membro più intelligente. Attraverso la rete siamo tutti nella stessa stanza laboratoriale o a bordo della stessa automobile, il nostro compito artistico è determinare stanze o automobili di ricerca intelligente, siamo davanti a una ineludibile presa d'atto, il nostro sapere sui linguaggi dell'arte, basato sui cataloghi e i manuali non si poteva ammettere: i linguaggi dell'arte sono troppi e il sistema è troppo grande per metterlo sul serio a fuoco davanti alla storia e ai mercati.
L'idea della conoscenza comincia come modo per vagliare le richieste. Nell'Atene antica tutte le questioni di stato erano discusse un pubblico da ogni cittadino che rientrasse tra quei quarantamila liberi che avevano compiuto l'addestramento militare. Quante erano le opinioni? Per Platone le vere erano quelle ritenute vere per motivi giustificabili.
L'arte ha pagato un prezzo, ha escluso molte idee che costituiscono il linguaggio dell'arte, che andavano prese in considerazione, troppi artisti sfuggiti e dimenticati dalla storia, dai media, non pubblicati in riviste d'arte specializzata.
Abbiamo usato la media del giustificabile per elevare nel rappresentare, oggi tutto ciò non è più possibile e la conoscenza dei linguaggi artistici non può essere esclusiva, stiamo iniziando a conoscere includendo, attraverso la pubblicazione e la condivisione di singole idee o percorsi d'arte liberamente connesse e prive di filtro.
Questo che cosa vuole dire? Che la conoscenza non è più quella di un tempo, non per l'arte e neanche per l'imprese, per l'istruzione e per ciascuno di noi che siamo collegati con le nostre conoscenze e ricerche, il networking (noi massa in rete e moltitudine in circolo) sta cambiando il nostro senso di ricerca del senso anche dell'arte e dei suoi processi laboratoriali.
Le vecchie istituzioni del sapere e della ricerca laboratoriale artistica, anche sotto forma di mercato e sistema dell'arte, hanno fondato la loro autorevolezza filtrando le informazioni anche per lo stesso ricercatore del proprio linguaggio artistico.
Oggi il filtro non è più nelle riviste d'arte specializzate, anche se Flash Art e Artribune cercano miserabilmente di vendere ancora questo distinguo anacronistico, il filtro è oggi costituito esclusivamente dalla nostra rete sociale, non più esperti che sentenziano sull'isola seduti in uffici Milanesi a Via Farini o Maestri d'Accademia che vengono sull'isola a professare la loro avanguardia accademica a carico del contribuente.
Attraverso il web non è possibile escludere le idee, anzi i filtri di sicurezza paradossalmente fanno salire clic e risultati verso le prime posizioni nei motori di ricerca.
L'arte e la sua ricerca linguistica è qualcosa che nel senso comune è sempre andato oltre la comunicazione imposta, oggi però tutto questo ci è quotidianamente sbattuto in faccia. Oggi sappiamo che ci sono molti artisti da conoscere e le vecchie istituzioni e i vecchi mercati non sono in grado di ampliare la conoscenza e dialogare con essa.

   
   
   
   Un pericolo è da evitare tra i ricercatori di linguaggi artistici, trasversalmente al settore e al genere, evitare inutili contraddittori per smania di visibilità, il sovraccarico informativo è diventato una realtà del nostro ambiente come il disaccordo perpetuo.
Anche le idee base che determinano i nostri prodotti linguistici sono ovviamente oggetto di discussione e per induzione la rete può creare attaccamenti inutili e futili alle opinioni.
I filtri di quest'altro sistema oltre il sistema sono completamente cambiati, le informazioni non si possono più nascondere e rivelano attraverso motori di ricerca tutto ciò che si vorrebbe occultare.
I linguaggi dell'arte oggi devono sopravvivere e convivere con il super carico cognitivo dell'età contemporanea e attraverso ciò come risultante bisogna orientarsi.
Il contemporaneo rende il nostro incontro ordinario con i fatti dell'arte diverso da come era un tempo. Il sistema dell'arte non può essere più inteso in maniera chiusa come una catena di Sant'Antonio, non basta più un critico o un catalogo a determinare e rappresentare una teoria dell'arte nel contempo più credibile di altre.
Quanto con questo cambiamento di sistema personaggi come Politi o Bonito Oliva si sono trovati sbattuti contro un muro, contraddetti, smontati, amplificati e irrisi?
In rete ogni fatto e ogni teoria sull'arte a seconda della prospettiva e del punto di vista di chi la formula materializza la legge di Newton: ogni fatto ha una reazione uguale e contraria.
La realtà è che quando due fatti si contraddicono uno dovrebbe essere sbagliato, ma la contraddizione cambia la teoria e la forma morfologica dell'arte e del suo linguaggio.
I fatti collegati, il mio nome collegato a Bonito Oliva o Politi, spalanca una rete di processi e prodotti differenti.
Non viviamo più l'economia della carta della rivista specializzata, per la fisica che regolava il vecchio sistema dell'arte di carta, una volta stampato e pubblicato il fatto restava lì, sulla pagina della testata e entrava quasi in tempo reale in un manuale di Storia dell'arte, era impossibile da contraddire, almeno su quella pagina (questo rende rubriche come e "Lettere al Direttore" di Politi su Flash Art obsolete).
Il limite della carta faceva apparire tutto possibile e gestibile di quanto appaiano oggi.
L'ottimismo insindacabile di certi professionisti addetti ai lavoro dell'arte dipende forse ancora dai limiti intrinseci di un mondo che attestava la loro verità attraverso la pubblicazione su carta.
L'altro sistema dell'arte che si sta configurando è fatto di collegamenti in rete, dove la conoscenza dei linguaggi dell'arte non vive nei libri o nelle teste degli artisti o dei fantomatici addetti ai lavori, ma nella rete stessa. Internet consente agli artisti di sviluppare il proprio linguaggio e la propria ricerca meglio di quanto possa fare l'artista protetto da un gallerista o rintanato in una aula Accademica. La conoscenza dei processi e dei linguaggi dell'arte ottiene il beneficio massimo condiviso da comunità di persone bene aggiornate sulle problematiche del fare artistico contemporaneo. I collegamenti ipertestuali tra generi e linguaggi sfidano il modo tradizionale di leggere l'artista e il suo linguaggio in una sequenza lineare. Non esiste una persona più intelligente in una stanza interconnessa, è la stanza comunitaria a essere un laboratorio intelligente, per magia per chiunque vi entra e sa mettersi in ascolto, sta emergendo una nuova strategia per relazionarsi a ricerche e linguaggi artistici, necessario che gli artisti non siano passivi davanti al suo arrivo.
Riunire persone intelligenti è una tecnica antica ed efficace per sviluppare idee.

   
   
   
   La rete fa incontrare tra di loro artisti comuni secondo una configurazione nuova, strana e anomala, questa nuova anomalia si riflette anche nel modo di funzionare dell'expertise di sistema.
Fino a pochi anni fa, almeno fino al 2007, anno in cui sono stato diffidato e allontanato da Flash Art, il sistema era rappresentato dagli addetti ai lavori come una struttura piramidale, con alla base di questa l'artista, la discriminate tra l'artista e il non artista era costituita dal vertice della piramide, alla base della piramide la folla di artisti pecoroni in cerca di approvazione e consenso sociale e per questo pronti a conformarsi al gusto di chi è al vertice della piramide.
Alla base della piramide di sistema c'è una altra forma sociale di artista, immersa nel mob, la plebaglia, la massa tumultuosa, folla pronta a compiere azioni becere.
Negli ultimi anni proprio attraverso il web che indirizza verso una nuova configurazione di sistema i termini crowds (folla) e mob (massa in tumulto) sono diventati positivi, caratterizzazioni della socialità attraverso il web, protagonisti attivi di un altro sistema dell'arte oltre il sistema dell'arte classico piramidale.
Un altro artista oggi si configura come vettore e risultante delle plebaglie intelligenti e delle folle sagge, che sviluppano il sapere e elaborano diversi linguaggi e processi artistici anche solo connettendosi.
Il sapere artistico è sempre stato sapere sociale, i Medici non riunivano forse esperti a corte? I dipartimenti nelle aziende e nelle scuole non sono finalizzati a una produzione meno individuale e più intelligente?
Nell'antica Grecia il pensatore non giungeva al sapere attraverso il dialogo con gli altri? Pochi però erano gli ammessi a corte, nella stessa società mass mediatica del dopoguerra il microfono e la telecamera erano puntati a chi esibiva la massima concentrazione di talento professionale. La rivoluzione del web con la sua composizione delocalizzata, ampia e variegata, rappresenta una tipo di expertise diffuso che prima del web era impossibile da rappresentare praticamente, anche se strumenti del vecchio sistema come competizioni, concorsi, fiere, biennali, anali ecc. restano un modo per scindere singoli esperti dalla folla; talvolta il web permette a specialisti di sistema che non hanno più ragione di essere, attraverso il rimbalzo mediatico di rivendicare la loro autonomia dalla folla critica del web, di controllarla e di canalizzarla. Il fatto nuovo è che la rete permette all'expertise, nel nostro caso di ricercatori di linguaggi artistici o artisti visivi/figurativi di intavolare una expertise mai vista prima, artisti diversi tra loro senza filtro liberamente relazionano i loro linguaggi e si trasmettono ciò che sanno, e lo fanno non per denaro o per vincere un premio o una partecipazione a una biennale, ma perché ricercare per elaborare un linguaggio tra i linguaggi è una attività socioculturale per un artista gratificante; proprio l'attività socio culturale e elaborativa artistica del web lo rende un nuovo canale informativo sullo stato reale dell'arte contemporanea. Non esistono più studi chiusi d'artista, ma linguaggi che interagiscono e interferiscono tra loro, questo è l'altro sistema, la rete come strumento che senza filtro relaziona direttamente una ricerca artistica a una folla, non limita le competenze dell'artista le genera.

Il tempo prepara opinioni e credenze del pubblico, il terreno e il sistema sul quale germineranno. Certe idee e certi sistemi validi in un’epoca, smettono di esserlo in un altra. Le idee e i sistemi non nascono per caso, le loro radici sono sempre nel passato. I sistemi sono figli del passato e madre del futuro, comunque schiavi del tempo e del contemporaneo. Basta fare scorrere il tempo per godersi la mutazione del sistema e vedere l'assestamento di nuovi equilibri.

Mimmo Di Caterino

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