Poche domande, semplici e dirette, per conoscere un artista.
Questa settimana è la volta di Davide Monaldi.
Da dove vieni?
Sono nato a San benedetto del Tronto, ho 33 anni; ho frequentato l'Istituto d'Arte ad Ascoli Piceno per poi (dopo una breve esperienza allo IED di Milano) proseguire gli studi presso la RUFA (Rome University of Fine Art); conseguita la laurea triennale in Scultura mi sono trasferito a Londra, dove ho frequentato un corso di illustrazione presso la Central Saint Martins college. Attualmente vivo e lavoro a Roma.
Cosa fai?
Sono uno scultore, ho iniziato con il disegno ma dopo un po' ho sentito la necessità di estendere la mia ricerca alla scultura. Lavoro con la ceramica: la scelta di questo materiale è stata piuttosto semplice, in quanto fin da subito ho capito che poteva essere la tecnica più adatta alla traduzione scultorea dei miei soggetti di grafica. Sono un autodidatta e il mio primo approccio alla materia è stato piuttosto traumatico, ci sono voluti anni per acquisire la tecnica necessaria ad esprimere quello che avevo in testa. La ceramica mi piace perché mi aiuta a creare immagini che probabilmente con altri materiali non sarei in grado di esprimere: è un materiale caldo, naturale e, anche quando racconto storie cupe, mi permette di sdrammatizzare il concetto che c'è dietro il lavoro.
Dove stai andando?
La sfida al materiale è sempre stata un aspetto importante della mia ricerca: è fondamentale per me trovare il materiale adatto e riuscire a plasmarlo secondo il mio progetto. Ho usato la ceramica per realizzare oggetti "banali" (elastici, hula hoops, chewing-gums calpestati) con l'intento di nobilitarli e volendo allo stesso tempo sfidare la tecnica in quanto, pur nella loro apparente semplicità, questi elementi richiedono una particolare perizia nella loro traduzione scultorea. In molti casi scelgo oggetti che mi affascinano per la loro forza plastica, mentre in altri casi sono da considerarsi metafore di miei stati d'animo o veri e propri autoritratti. Attualmente sto integrando il mio lavoro attraverso l'utilizzo di altri materiali come il legno ed il cemento; credo sia necessario stimolare continuamente la propria creatività uscendo dalla propria "safety zone". Sono determinato nel trovare nuove strade da esplorare. In questo ultimo periodo sto studiando le terracotte delle antiche civiltà: sono molto affascinato dall'essenzialità di queste opere e dalle prime sperimentazioni con questa tecnica millenaria.
Cosa vuoi?
Con il mio lavoro cerco di farmi conoscere e raccontare una parte di me attraverso piccole storie legate alla mia quotidianità e alle mie esperienze personali. La mia intenzione è quella di approfondire la conoscenza delle tecniche. Il linguaggio della scultura è in continuo mutamento, mi piace lavorare con materiali semplici e naturali e - soprattutto nella mia ultima produzione – ho cercato di essere il più essenziale possibile usando spesso la semplice terracotta rossa senza l'aggiunta di smalti o altre tecniche di decorazione. Con questo nuovo ciclo di opere a cui sto lavorando intendo suscitare nell'osservatore una sensazione di disorientamento, vorrei annullare dei possibili punti di riferimento e creare qualcosa che non si capisca esattamente quando possa essere stata concepita, che non sia ricollegabile ad un preciso periodo storico; un'opera "atemporale" ma al tempo stesso familiare.
Copertine settimanali di Lobodilattice a cura di Alex Urso