Marco Salvetti - Copertina n.384

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Poche domande, semplici e dirette, per conoscere un artista.

Questa settimana è la volta di Marco Salvetti.

 

Da dove vieni?

Sono nato a Pietrasanta nel 1983 e, a parte una breve esperienza a Berlino nel 2011, ho sempre vissuto in provincia di Lucca. Dopo il Liceo Linguistico ho frequentato un anno di Lingue e Letterature Straniere a Pisa poi nel 2003 mi sono iscritto al corso di Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara, dove ho conseguito il diploma triennale nel 2006. Nel 2008 ho cominciato ad esporre prima con Saatchi Online a Scope Basel e successivamente ho intrapreso un rapporto di collaborazione con Prometeogallery di Milano, questo fino al 2013.

 

Cosa fai?

Dipingo da più di dieci anni ma credo che il mio lavoro abbia cominciato a subire un vero processo di maturazione solo negli ultimi due. Agli inizi ho fatto molta fatica a mettere a fuoco le mie idee, il che mi ha portato spesso a cambiare stili, tecnica, formati. Adesso ho chiaro in mente quello che voglio fare, avendo una maggiore consapevolezza dei mezzi ed avendo intrapreso anche un approccio più metodico sia al lavoro della pittura che allo studio di testi e fonti letterarie.

Fondamentalmente non voglio “inventare” niente, voglio dipingere seguendo la mia inclinazione e i temi che mi interessano, come l'antropologia, la storia, il potere, la magia, i culti pagani, il folklore, le religioni, la follia, la guerra, la storia naturale. Quindi la lettura dei testi mi è di particolare importanza per trarre precise suggestioni. Dipingo perché la sento come una mia naturale disposizione, non certo perché credo che la pittura sia meglio di altri medium o viceversa.

 

Dove stai andando?

Ho cominciato il mio percorso dipingendo opere figurative che mescolavano il senso per il grottesco e il mistero ad un immaginario tutto mio. Poi sono passato ai collage, alla sperimentazione con i video, a grandi tele astratte dipinte rudemente e infine ad un periodo di opere di piccolo e medio formato dove mi concentravo più sul segno e il colore, piuttosto che su dei significati veri e propri.

Oggi sono tornato ad opere figurative che in un certo senso racchiudono tutto quello che è stato. In questo momento sento di aver bisogno di essere abbastanza diretto con il mio lavoro, finito il tempo di certi ermetismi mi è più evidente la responsabilità dell'arte nei confronti del mondo e degli individui, della storia e della società. L'arte può cambiare i destini? So che è pensiero in azione, sforzo nella creazione di senso, memoria, dissacrazione degli ordini prestabiliti, un' evocazione delle cose che stanno tra terra e cielo. L'arte credo insegni all'individuo a responsabilizzarsi, ad accollarsi il proprio fardello e a vivere il proprio essere al di fuori di scuole, organizzazioni e pensieri dominanti.

 

Cosa vuoi?

Come già detto vorrei approfondire lo sguardo sui contenuti che ho citato poco fa. Voglio indagare più a fondo il rapporto tra l'uomo e la sua cultura, il passato e il futuro che ci attende. La razza umana è solo uno dei tanti ospiti susseguitosi in milioni di anni sulla Terra. Basti pensare all'epoca dei dinosauri, a quello che doveva apparire il nostro pianeta, fluttuante nello spazio come oggi...ma dimora di mostri giurassici. La linea della storia avrebbe potuto continuare in quella direzione o prenderne un'altra, la natura ha seguito il suo corso comunque.

Eppure per noi il mondo è tale solo nel momento in cui compare la cultura umana a pensarlo, investirlo di senso. L'uomo tenta di scriverne una storia universale con le sue scienze e le sue arti, le sue architetture, i miti e le rappresentazioni artistiche. Il primo astronomo che nella notte alzò lo sguardo alle stelle e intuì un ordine superiore di oggetti e leggi fisiche, è l'intensità e il mistero di quei momenti che vorrei poter dipingere.

 

Copertine settimanali di Lobodilattice a cura di Alex Urso

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