E’ una mostra femminile al primo impatto, quello estetico e visivo, ma con un’ironia più digrignante, quasi maschile, la personale di Elodie Antoine (1978) sviluppata nei 3 piani della galleria Aeroplastics di Bruxelles.
L’artista belga ha giocato sulla relazione con lo spazio – molto grande – della galleria. Uno spazio non semplice perchè con marcato stile e personalità: 3 piani di moquette rossa, grandi scale bianche, ampie finestre sulla strada. Una relazione tra elementi giocosi, ironici e un po’ macabri: grossi spermatozoi che, come tentacoli neri, salgono le scale, dentoni di peluche appoggiati a terra; occhietti e denti delicatamente inseriti sopra un vassoio; un pettine con capelli ben allineati come uno scalpo appena strappato; teste settecentensche che dialogano tra loro, fatte solo di peli e capelli; camicie con occhi, capezzoli o ancora denti; sedie morbide fatte di pezzi di cervella. Elodie dunque gioca nello spazio creando diverse situazioni fatte da oggetti quotidiani, alcuni strettamente femminili, con diverse visione antropomorfe. Il bagno, la camera dei bambini – con una culla di topolini -, la camera da letto, un guardaroba … di fantasia.
Un gioco tra attrazione e repulsione: “This play of attraction and repulsion is a constant in the work of Elodie Antoine: as ‘soft’ as they are, her emblematic forms in felt preserve the trace of the sharpened blade that sliced them, that revealed their entrails.” scrive PY Desaive.