L’identità del Führer Bianco

Il quarto corto ucronico della quasi omonima collana è anche il racconto più lungo pubblicato finora, e anche il più azzardato.
Führer Bianco parte da un escamotage tipico del genere ucronico: reinventare un personaggio storico molto noto e dargli un’identità alternativa, possibilmente compatibili con quelle che furono le sue vere attitudini.
L’esempio più classico riguarda Adolf Hitler, trasformato da Norman Spinrad in un autore di truce fantascienza pulp (Il Signore della Svastica) e da Lavie Tidhar in un investigatore privato (Wolf). In questi romanzi Hitler non è quindi diventato il dittatore più odiato della storia, bensì… qualcos’altro. Parlo di due libri eccellenti, che rendono l’idea di questo interessante processo di ucronizzazione focalizzata.

In Führer Bianco ho fatto qualcosa di simile. Solo che non ho scelto un politico, un dittatore, un militare o uno scienziato, come protagonista della mia storia, bensì un cantante.
Il mio cantante maschile preferito: David Bowie.
Sono partito da alcuni aspetti singolari dei suoi inizi carriera, quando pare fosse fissato con la magia nera, con la filosofia nietzschiana e col… misticismo nazista.
Mi sono immaginato un evento in grado di interrompere la sua ascesa all’olimpo delle rockstar, per trasformarlo in una persona diversa. Con una missione. Con un nemico.
Ed ecco Führer Bianco.
Spero che vi piaccia, in tutta la sua stranezza…
Ricordate che, nonostante tutto, questo racconto è un atto d’amore.

Sono trascorsi circa dieci anni dalla fine della Terza Guerra Mondiale.
Nel 1974 il mondo, scampato a un conflitto nucleare che Kennedy non ha voluto iniziare, è sempre più diviso in due blocchi.
La Germania, riunificata sotto la bandiera della DDR, è l’avanguardia del Patto di Varsavia, che preme al confine disegnato dal Vallo Antifascista di Alsazia e Lorena. Una nuova guerra potrebbe scoppiare da un momento all’altro, ma nel mentre sono spie, agenti segreti e sabotatori che combattono nell’ombra, per entrambi gli schieramenti.

Ma i paesi del socialismo reale sono recentemente perseguitati da un gruppo terroristico che ha già colpito diverse volte, sia nelle repubbliche sovietiche che negli stati considerati “amici” di Mosca. I Bianchi, così si fanno chiamare, agiscono soprattutto tramite degli attentati suicidi, come lupi solitari, senza alcun preavviso.
Ogni attacco viene poi rivendicato via radio dal misterioso leader che sta al vertice dell’organizzazione, il fantomatico Führer Bianco.

Quando tutte le indagini sembrano fallire, la STASI si rivolge a un suo ufficiale dell’antiterrorismo, Walter Knabe, che ha seguito una pista tanto bizzarra da essere ritenuta improbabile dai suoi superiori, e quindi lasciata ai margini del dipartimento.
Secondo Knabe il Führer Bianco potrebbe essere un ex cantante inglese, geniale, camaleontico, nemico del comunismo e appassionato di misticismo nazista, reclutato dal SIS e trasformato in un micidiale agente infiltrato…

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David Bowie remembers Berlin: “I can’t express the feeling of freedom I felt there”.


Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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