Francesca Strino: Artista? Maestri, per piacere, chiamatemi pittrice.
Partiamo dalla tua pittura, qualche tempo fa, mi raccontavi una cosa interessante che conservo nella memoria, ragionavi su come l'industria degli articoli per Belle Arti, in qualche modo con le sue logiche di consumo pratico nel territorio, stesse dettando la linea al mestiere del pittore, mi raccontavi dell'impossibilità e della difficoltà di reperire materiali di lavoro legati alla tradizione pittorica della nostra terra, strumenti che non precludono ma al limite arricchiscono la dialettica di senso dei linguaggi dell'arte contemporanea, quanto soffri tutto questo?
Quanto ti pesa il dovere combattere per conservare un linguaggio e un punto di vista sul mestiere del fare pittura, che costituisce sempre e comunque un riferimento comune?
La situazione è tale da preoccuparmi seriamente.
Una lenta, continua, inesorabile sostituzione nel corso di un decennio che, minaccia un futuro verosimile dove la pittura, la madre,verrà privata di "mezzi poetici" quali pennelli, tele, telai, cornici, tavolozze, cavalletti, colori!
Le case di produzione di articoli per Belle Arti (tutte), hanno aderito alle logiche di mercato dove la quantità va a discapito della qualità e la ricerca muore sul bassocosto.
Abbiamo rivenditori pieni zeppi di "accessori" (pennelli in lattice, telai spessi per abolire cornici, tinture pure sostituite con imitazioni, tinte perlate, dorate,fluorescenti e marmorizzate, acquaragia senza "odore, cavalletti doublefac, lapis di acciaio, tele preparate con colle sintetiche ecc..) e pochissimi "attrezzi.
Mi pesa molto, in verità mi dispero e ti ringrazio per questo appello che rigiro ai colleghi con una domanda :
"cosa vi serve più di un buon pennello, un colore madre, una tela profumata?"
Vedi Mimmo , il problema siamo noi che non ci uniamo e pretendiamo.
Ci siamo formati insieme all'Accademia di Belle Arti di Napoli, tu all'Accademia in qualche modo hai resistito, nel senso che hai proseguito e sviluppato una linea di ricerca pittorica in coraggiosa, controtendenza in relazione all'idea di professionalizzazione e di alta formazione artistica che passa per le scuole di pittura delle Accademie di Belle Arti, che da qualche tempo, piuttosto che ragionare su una reale relazione tra i linguaggi della pittura e il territorio con il quale si rapportano, sembrano essere fondate su una rincorsa alla cieca e astratta di quello che il mercato privato delle case d'aste impone al pubblico.
Dove hai trovato la forza per resistere a questo?
Si, anni di sperimentazione libera, giochi dell'anima che riguardano un età, un luogo, amici.
Sai che mi sono formata come scultrice, ho lavorato ed esposto come installatrice, come "artista", oggi sono solo una pittrice e non ho paura del vuoto.
Ho protetto dall'opinione brutale e classista dei maestri che (tranne in pochi casi) imponevano il loro gusto ed il loro cognome oscurando i nostri, ho protetto la pittura.
Tornavo a casa dopo un intera giornata di laboratorio e incominciavo a studiare, di notte c'era la pittura.
Non è stato possibile fare altrimenti, ho provato ad inserire secondo il mio "grande piano" le tre cose ma senza successo di opinione all interno dell'accademia, anzi!.
Ho salutato l'accademia con un lavoro dal titolo "natura morta" (un pollo vero, truccato e vestito da ballerina. Un grande successo) ed una tesi di laurea in anatomia sul ritratto con un lavoro che di lì a poco conquisterà tutta la mia immaginazione, le mie domande, le mie ricerche fino ad oggi.
La forza, in me , ad ogni passo sbagliato, ad ogni sentimento non rispettato c'è stata una reazione anche fisica che mi ha impedito di perseverare nell'errore del falso.
il coraggio nella famiglia dove inserisco tanti amici.
Oggi insegno questo ai ragazzi che troppo spesso scappano dall'accademia cercando un luogo dove poter dire liberamente.
Siamo collocati all'interno di un sistema di valori macroeconomici imposti, che sembrano etichettare la buona pittura figurativa, ancorata alla tradizione, in maniera anche un poco sprezzante, come "artigianale" o addirittura "commerciale", quasi come se non fosse un anima commerciale quella che muove la didattica e certe ricerche dei Maestri e degli allievi nelle Accademie d'arte o nelle gallerie private d'arte contemporanea, a te che hai un rapporto diretto, tra il tuo linguaggio pittorico e i tuoi interlocutori (anche commerciali) questa ipocrisia di fondo, quanto ti disturba?
A me tantissimo, sono figlio di un pittore "commerciale" che vendeva i suoi quadri e con i quali faceva girare economia reale a cui un mercante milanese pagava con dei lavori di "maestri" come Schifano, Angeli o anche Warhol, che era impossibilitato a vendere sotto prezzo nella sua galleria e a dirtela tutta, oggi lo scenario è peggiorato molto, possibile che gli artisti oggi siano realmente così impossibilitati a prendere con il proprio linguaggio una posizione netta come tu hai fatto?
Caro Mimmo, questi sono solo corsi e ricorsi della storia dell'arte, 15 anni fa ho puntato sul figurativo in un tempo dove nessuna forma poteva partorire parvenze fisiche reali, prima di me lo ha fatto mio padre (e le nostre storie si riuniscono empaticamente) il Maestro Gianni Strino, patrimonio nazionale, Artista italiano.
I miei stessi docenti di Accademia sono stati suoi maestri al Liceo artistico e così ci hanno accompagnato in un passaggio generazionale.
L'ostilità che ho vissuto nell ambiente culturale Napoletano è stata poca cosa rispetto a quello che nei pieni anni della transavanguardia ha schivato mio padre, ma per fortuna(Napoli è grande per questo ) c'è sempre possibilità di aprire un varco personale, alternativo tra le dighe, come fa l'acqua, si come l'acqua che non può essere costretta senza la sua volontà. Concludo questo discorso "assai" complesso, soffermandomi sull'autenticità, sulla storia, sulla dignità, si, la dignità della retribuzione di un lavoro, malgrado" molti "detentori di potere economico quindi culturale che decidono "chi si e chi no", che a tavolino formano involucri contenenti camorra tipo Schifano\pittura, Saviano\letteratura, Allevi\musica ecc..
Oliva che dovrebbe essere arrestato solo perchè è brutto, e a mio avviso può bastare.
C'è stata, c'è e ci sarà l'opinione pubblica, questa é.
Abbiamo troppa informazione per far finta di non sapere, oggi il futuro è della consapevolezza attiva, la mia goccia risiede nell' enorme piacere di fare quel che faccio.