Matteo Sanna, I make a deal with God - The Format Culture Gallery

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Matteo Sanna, I make a deal with God | Andrea Lacarpia

Milano, The Format Culture Gallery

 

La The Format Culture Gallery, di recentissima apertura, è stata concepita come un luogo nel quale tentare nuove connessioni tra le sperimentazioni dell'arte contemporanea e la vita concreta, mantenendo comunque evidenti le giuste differenze tra esse. Trasportare negli spazi deputati all'arte porzioni del mondo esterno è un leitmotiv che pervade quasi tutte le esperienze artistiche succedute all'utilizzo del ready-made in ambito dadaista, fino ad arrivare ai più recenti tentativi di ribaltare le cose, portando l'arte nelle strade. La street art, che nacque come espressione di uno stile di vita particolare, legato al degrado delle periferie nelle grandi metropoli, divenendo prodotto commerciale è stata addomesticata, come anche certa arte relazionale che ostenta impegno sociale su un piano retorico e “buonista”, senza poi incidere realmente sugli stili di vita. Senza precludersi possibili esperienze al di fuori del “recinto” della galleria, The Format tenta una strada diversa, giocando tutto sulla fisionomia dello spazio espositivo: all'ampio piano principale, dedicato alle esposizioni, si aggiunge un piano sospeso sopra di esso, raggiunto il quale si entra in un piccolo appartamento, aperto al pubblico durante le inaugurazioni, allestito con il fine di ospitare i collezionisti o gli addetti al settore che volessero godere della mostra nella sua interezza e per un tempo più dilatato rispetto al tipico mordi e fuggi dell'attuale stile di vita. La mostra, quindi, non esce dalla galleria per venire interamente trasportata nella casa del fruitore, ma è la casa ad essere metaforicamente trasportata in galleria, con tanto di ampia balconata dalla quale poter godere di un'ampia visuale sull'esposizione in corso. Lo spazio espositivo, per via della conformazione ampia ma allungata, si presta bene agli allestimenti che suggeriscono un percorso narrativo, con la parete di fondo che attira l'attenzione dello spettatore come il punto di fuga di una prospettiva.

 

La mostra personale di Matteo Sanna si presenta come il racconto di una dimensione personale, quasi domestica, portata sul piano metaforico proprio dell'arte con il fine di stimolare riflessioni sulle modalità dei rapporti sociali, non solo nella sfera privata. Nel complesso la mostra è asciutta costruita maggiormente sui contenuti che sulla piacevolezza formale, puntando molto su materiali leggeri ed effimeri, senza fini decorativi o monumentali. La dimensione narrativa è accentuata dall'utilizzo di frasi o parole all'interno delle opere, spesso completate da un titolo che ne svela il senso, sovente tratto da brani di musica dai toni oscuri e malinconici. Le prime due opere sono esposte in modo speculare, a creare una sorta di passaggio in un'altra dimensione. Si tratta di due lenzuoli dai motivi a righe colorate, nei quali sono state ricavate delle lievi silhouette di figure che, come perse nella fatalità della vita, sembrano sul punto di essere inghiottite dallo scuro colore che le delimita riempiendo lo spazio circostante. Quindi si entra in una dimensione di minaccia incombente, una sensazione comune alla maggior parte dei giovani artisti sensibili ai cambiamenti sociali, i quali devono fare i conti con la realtà di un prolungato periodo di crisi economica che è anche e soprattutto una crisi culturale, la quale porterà inesorabilmente dei cambiamenti sociali, di fronte ai quali la paura del nuovo è la prima risposta dell'uomo non abituato al rinnovamento. L'utilizzo del lenzuolo, elemento che compare anche in altre opere dell'artista, suggerisce l'abitazione come metafora della propria interiorità, luogo intimo nel quale riposarsi ma anche rifugio sul quale incombe l'ignoto dell'inconscio e dell'attività onirica. Più oltre è posto un grande gufo bianco scolpito nel polistirolo, riprodotto in scala reale e posto su un piedistallo nero come a ricoprire il ruolo di guardiano dello spazio della galleria, che in questo modo diviene espressamente una sorta di luogo consacrato alla rappresentazione dei fantasmi dell'inconscio, simboleggiato dagli animali notturni come il gufo, attraverso i quali pervenire ad un più elevato livello di coscienza. Un'altra scultura presenta il calco della testa dell'artista che forma un tutt'uno con una federa ricamata, come a voler ribadire che nonostante le possibili riflessioni metafisiche, è il vissuto dell'artista ad essere il principale elemento indagato, in questo caso presente anche a livello “fisico”. Nella parete di fondo, ben visibile in tutto l'ambiente della galleria, compare una grande scritta dal lettering essenziale, nella quale viene espressa l'idea che pervade la mostra di Matteo Sanna, legata a quanto la realtà personale sia il risultato di una finzione condivisa, nella vita privata come nella convivenza sociale. La scritta è stata creata con il fuoco, quindi con un materiale effimero che simboleggia la provvisorietà delle proprie convinzioni, destinate a consumarsi come una fiamma. Un'altra parete è interamente occupata da disegni figurativi ed essenziali, nei quali le sagome di vari animali sono raddoppiate creando una forma diversa, come in dialogo con un alter ego. Infine il percorso della mostra viene chiuso da un'opera nella quale la parola “casa” capovolta, creata con la luce al neon, presenta una particolare grafica la quale trasforma la grande lettera “c” in un essenziale Uroboro circolare: l'eterno ritorno del tempo che, senza farcene accorgere, ci fa rifare le stesse azioni che non condividevamo nei nostri genitori.

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Info:

MATTEO SANNA, I MAKE A DEAL WITH GOD

The Format Culture Gallery / via Giovanni Enrico Pestalozzi 10 interno 32

Dal 12 dicembre 2012 al 9 gennaio 2013

Orari di apertura: dal martedi al venerdì ore 15 – 19 o su appuntamento

Chiusura festività dal 25 Dicembre al 7 Gennaio 2013

theformatculturegallery@gmail.com

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