RINASCIMENTO CONTEMPORANEO

giuseppe veneziano

RINASCIMENTO CONTEMPORANEO

di Giuseppe Veneziano

 

Cos'è stato il Rinascimento? Basta digitare su google la parola “Rinascimento” per avere, immediatamente, una gamma di possibili definizioni. Bisognerebbe porre questa domanda a molti artisti italiani e vedere se sanno veramente cosa è stato il Rinascimento per l'Italia e per tutta l'Europa. Credo che avremmo delle risposte deludenti e approssimative. Questo è un vero danno per l'arte italiana.

L'identità dell'artista italiano è abbastanza labile. Egli non sa guardarsi intorno, non conosce la propria storia e guardando all'America, all'Inghilterra, alla Germania, al Giappone, produce delle vere proprie parodie dell'arte che non gli appartengono.

Quando si parla di Rinascimento si parla di rinascita delle arti. Non perché prima non vi fosse una produzione artistica meritevole, ma sicuramente inadeguata a interpretare lo sviluppo della società nei suoi aspetti politici e culturali. In Italia, nel quattrocento, è avvenuto proprio questo. Il viaggio di Brunelleschi e Donatello a Roma fu una vera rivelazione: mentre il primo guardava e studiava le architetture romane, il secondo approfondiva i suoi studi sulla scultura greca. Fu proprio guardando al passato che nacque una nuova visione dell'arte, più vitale e innovativa rispetto al “gotico internazionale” che ormai da troppo tempo faceva il verso a se stesso.

Come succede ad ogni inizio di secolo si verifica sempre qualche evento che cambia le sorti di un'epoca. L'inizio del terzo millennio è stato caratterizzato dall'abbattimento delle torri gemelle di New York. Un vero disastro mondiale che si è prolungato con la crisi dell'economia finanziaria americana. A livello storico credo che questi due episodi hanno messo in ginocchio una parte importante dell'occidente, facendogli perdere quell'egemonia politica, economica e culturale che reggeva dalla fine della seconda guerra mondiale.

Credo che sia arrivato il momento in cui l'Europa debba riappropriarsi di quella centralità culturale che ha avuto per molti secoli. L'artista europeo deve riqualificasi attraverso lo studio della sua storia. Non gli si chiede di superare i grandi maestri (anche se deve sempre provarci), ma di conoscere approfonditamente le sue radici. Si accorgerà che la propria storia non è un macigno che si porta addosso come molti pensano, ma un serbatoio di conoscenze e di suggestioni visive che alimenteranno la sua passione e rafforzeranno la sua identità. Il centro dell'arte deve spostarsi di nuovo nel mediterraneo. È questo il grande obiettivo a cui bisogna ambire.

In questo clima storico-culturale l'Italia deve sostenere un ruolo importante. Non bisogna ascoltare gli esterofili, coloro che sono convinti che il meglio si trova sempre fuori dai nostri confini. Questo facciamolo pensare a chi non crede in se stesso. Il nostro patrimonio culturale è invidiato da tutto il mondo e noi che lo viviamo quotidianamente non ce ne rendiamo conto. Non ci accorgiamo di quanti artisti nel mondo vengono in Italia per conoscere le vere radici dell'arte moderna.

Bisogna, prima di tutto, prendere coscienza della propria storia e iniziare un nuovo percorso che superi tutte le brutture prodotte nel Novecento. Bisogna riprendere la storia dal pensiero di Manet che, nonostante la sua grande impresa di rinnovamento della pittura, non ha mai voluto partecipare a nessuna mostra degli Impressionisti, proprio perché non voleva rompere la sua continuità con il passato. Bisogna seguire la lezione di Carmelo Bene che ha saputo rivoluzionare il mondo del teatro restando fortemente ancorato a un concetto di bellezza proprio degli artisti barocchi e neoclassici. Bisogna studiare a fondo il percorso formativo di Loius I. Kahn. Uno dei più grandi architetti americani che all'età di 50 anni, dopo un anno di residenza a Roma, riuscì a dare nuova linfa vitale all'architettura moderna (diventata fin troppo razionale), ridando ad essa quella monumentalità proprio dell'architettura romana. Bisogna mostrare più attenzione (ed è storia dei nostri giorni) all'opera musicale di Giovanni Allevi che da anni calca i più importanti templi della musica con un'idea di classicità molto contemporanea, contaminata dai ritmi musicali che non potevano esistere nel passato.

Il “Rinascimento Contemporaneo” è una modalità di pensiero che vuole riprendere un'ideale di bellezza che ruota attorno ai canoni classici e alle sue forme. Non si tratta di fare un'operazione retrò, si tratta, invece, di modernizzare l'arte classica, dare una continuità alla tradizione che è stata interrotta bruscamente alla fine dell'ottocento.

Le forme classiche sono cristallizzate nella tradizione e viaggiano attraverso il tempo, spetta all'artista riempire queste forme di nuovi contenuti presi in prestito dalla realtà in cui vive. E' vero che l'arte non ha che fare con il tempo, ma è solo attraverso il tempo che essa raggiunge la sua vera dimensione rappresentativa. Possiamo, quindi, iniziare a parlare di arte classica contemporanea come uno spirito del tempo che si rinnova e si arricchisce tornando sui suoi passi.

 

 

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