Poche domande, semplici e dirette, per conoscere un artista.
Questa settimana è la volta di Adriano Valeri.
Da dove vieni?
In America dicono che sono italiano e in Italia viceversa. Sono nato a Milano ma cresciuto a Boston. A 17 anni ho deciso di tornare in Italia, dove ho studiato all'Accademia di Belle Arti a Venezia. Ho frequentato l'atelier F, il corso di pittura tenuto da Carlo Di Raco. Nel 2013-14 sono stato in residenza alla fondazione Bevilacqua la Masa per un progetto collettivo con tre altri artisti. Da pochi mesi mi sono trasferito a New York.
Cosa fai?
Ho dipinto molto e tuttora mi concentro sulla pittura. Inoltre ho fatto video, installazioni e progetti collaborativi di varia natura, ma mi posso definire pittore e di questo non mi vergogno.
Dove stai andando?
Qui a New York ho appena preso uno studio nuovo, e quindi dopo alcuni mesi di pausa obbligata riprendo a lavorare. La città ti fa sentire minuscolo, ed e' un grande cambiamento dopo sette anni a Venezia. Spesso sono insoddisfatto di ciò che ho realizzato, ma mi piace il percorso fatto fino ad oggi e mi sento incoraggiato a procedere. Dipingere per me è una esperienza di conoscenza e di testimonianza tutta aggrovigliata e molto entusiasmante, ormai indispensabile.
Cosa vuoi?
Voglio evocare le infinite manifestazioni della vita, dei gesti passati che condizionano ogni aspetto del presente. Voglio parlare di una cultura materiale che stordisce e invade, che si ripercuote su ogni cosa del mondo e della mente. Voglio meditare sul nostro destino organico misterioso, che ci accomuna alle piante e agli animali. Mi condiziona un amore infantile per il sole. In fondo sono un romantico come tanti altri.
Copertine settimanali di Lobodilattice a cura di Alex Urso