Agnieszka Grodzińska
Ici Re-Pose, print on desk, 2014
“Tra le persone ci sono più copie che originali”. (Pablo Picasso)
La pratica artistica di Agnieszka Grodzińska (Opole, 1984) si inserisce il quel dibattito -per certi versi abusato, ma indubbiamente attuale- sul ruolo delle immagini e sulla loro condizione nel contemporaneo. Abile nell'uso di varie tecniche, dalla grafica d'arte alla pittura fino alla creazione di libri d'artista, Grodzińska interroga il processo di creazione dietro ogni prodotto visivo, trasformando immagini preesistenti, animando il dialogo tra originale e copia, tra riproduzione e creazione.
Attingendo a piene mani dalla storia dell'arte passata, l'artista polacca reinterpreta opere, foto d'archivio e materiale documentaristico di varia natura, traslandone il senso, aprendone l'interpretazione, deviandone il valore formale verso territori spesso ambigui ed enigmatici.
In questo percorso creativo pratica e teoria si equivalgono, instaurando un rapporto di necessaria continuità tra azione e pensiero. L'artista, mediatore tra epoche differenti, nel suo approccio anacronistico alla storia dell'arte, si veste da esploratore, sondando la sensibilità del tempo, indagando i limiti della percezione e dell'interpretazione visiva. Una domanda su tutte resta, alla fine di questo percorso: l'immagine è un monumento, o (solo) un documento?
Copertine settimanali di Lobodilattice a cura di Alex Urso
Se fosse una canzone suonerebbe così: