Tutti i finalisti Lobodilattice Cover Contest 2011
>> MICHELA POZZI
>> PAOLA VERDE
>> PATRIZIA EMMA SCIALPI
>> ANNA COLITTI
>> FRANCESCA TOLLARDO
>> COSIMO PIEDISCALZI
>> DARIO MOLINARO
>> MAURATO
>> ALICE ARISU
>> SARA MONGELLI
>> GIULIETTE
>> ALE SENSO
Giuria:
>> Nila Shabnam Bonetti (Laboratorio Alchemico)
>> StatArt (Daniela Pacchiana, Jessica Paolillo e Carmen Tatò)
Michela Pozzi - Area temporanea per uno spazio vivibile n.5" fa parte dell'omonima serie fotografica. Il progetto nasce dal desiderio di vivere, per un periodo determinato, in spazi suggestivi e in luoghi generalmente non abitabili. Attraverso l’allestimento d’ inusuali set abitativi (composti da alcuni oggetti dedotti dalla quotidianità) , si ricerca la fusione con l’ambiente circostante e si adatta il proprio habitat a quelle architetture “naturali”, evidenziando così una dimensione intima e affettiva con lo spazio stesso.
I° classificata COVER CONTEST
Selezionata da: Luiza Samanda Turrini, Cecilia Freschini, Alessandro Trabucco, Nila Shabnam Bonetti, Emanuele Beluffi
voti popolari: 4
Paola Verde - Metropoli del terzo Millennio
II° classificata COVER CONTEST
Selezionata da: Nila Shabnam Bonetti, Emanuele Beluffi, StatArt, Cecilia Freschini, Giovanni Cervi
voti popolari: 2
Patrizia Emma Scialpi - "Quel che resta è una cura" - Acrilici su foto, cm 13 x 18
Tracce di affetti evaporati, corpi ingialliti ma cari, corpi sconosciuti della gente sconosciuta nelle fotografie sui quale il segno pittorico funge da ri-cucitura emotiva. Il colore, il segno del pennello è come una seconda patina, un’estensione tattile ed emotiva, che sembra voglia creare nuovi suggestivi ponti tra chi guarda e chi è guardato, tra la memoria tracciata e indicale della fotografia e la memoria re-inventata e libera dell’artista.
III° classificata COVER CONTEST
Selezionata da: Alessandro Trabucco, Nila Shabnam Bonetti, Emanuele Beluffi, StatArt
voti popolari: 113
Anna Colitti - My Past & Present Matt
"La mia ricerca artistica è strettamente connessa con quella svolta nella mia vita privata e riguarda l’indagine filosofica e psicologica. Questa interazione origina da inquietudini intellettuali ed emotive che da sempre mi hanno spinta alla riflessione. Ultimamente sto riflettendo sul concetto di tempo, sulla valenza diversa che il suo scorrere ha per ognuno, su cio che comporta il diverso relazionarsi ad esso, su confini e memorie. La parola “tempo” deriva dal latino tempus e da un più antico tempos, che significa divisione: cosa rimane dunque dello scorrere del tempo? Rimane una memoria, un ricordo, un’immagine, un relitto. Sto raccogliendo i relitti del tempo e sviluppando questo tema sia in autobiografia che su scala collettiva. Titolo: My past and Matt present Tecnica: 2 light box Misure: 30 x 80 cm e 30 x 40 cm Anno: 2010 Opera nata da un ritrovamento “casuale” che mostra ciò che ero oltre 15 anni fa, la traccia rimasta non è solo della parte più densa del mio corpo, ma anche di quello che era il mio modo di essere all’epoca: si distingue la presenza di numerosi piercing che allora non ho voluto togliere per effettuare la radiografia ai raggi X. Piercing che non ho più, e di cui rimane la traccia sulla mia pelle, oltra che sul mio carattere, anche se ora sono profondamente altro da allora. Piercing che il mio attuale ragazzo porta ancora, e che ha anche lui continuato ad indossare durante le radiografie, in un periodo in cui non sapevamo l’un l’altro di esistere."
IV° classificata COVER CONTEST
Selezionata da: Emanuele Beluffi, Cecilia Freschini, StatArt, Luiza Samanda Turrini
voti popolari: 32
Francesca Tollardo - Niente, 2010 - fotografia
V° classificata COVER CONTEST
Selezionata da: Alessandro Trabucco, Giovanni Cervi, Emanuele Beluffi, Luiza Samanda Turrini
voti popolari: 18
Cosimo Piediscalzi - "In contatto", tecnica mista su carta, cm 60x60, anno 2011.
VI° classificato COVER CONTEST
Selezionato da: Alessandro Trabucco, Nila Shabnam Bonetti, StatArt
voti popolari: 25
Dario Molinaro - Chorus - mista su carta intelaiata, cm 21x31x3,5; anno 2011
VII° classificato COVER CONTEST
Selezionato da: StatArt, Cecilia Freschini
voti popolari: 115
MAURATO - assemblaggio contenitori di plastica usati (senza uso di collanti) - 2006 - 12 x 12 cm
I Plastic Puppetz (letteralmente “pupazzi di plastica”) sono le creature che Maurato costruisce “in casa” usando qualsiasi contenitore o oggetto (principalmente) di plastica che gli passi per le mani e che abbia la forma che fa al caso suo, come ad esempio il contenitore dello shampoo, del collirio, la capsula dell’ovetto Kinder, etc. L’unione dei vari pezzi avviene senza l’uso di alcun tipo di colla o adesivi, ma esclusivamente attraverso un gioco di incastri con fascette di plastica.
L’approccio usato è lo stesso del bambino che gioca con i Lego: allo stesso modo Maurato crea usando i “pezzi” di cui dispone; la differenza è che questa volta il “cesto dei mattoncini Lego” è rappresentato dall’infinito mondo degli oggetti di plastica che ci circondano ogni giorno.
VIII° classificato COVER CONTEST
Selezionata da: Nila Shabnam Bonetti, Cecilia Freschini
voti popolari: 47