covers

Maurato - copertina n.191

MAURATO - assemblaggio contenitori di plastica usati (senza uso di collanti) - 2

MAURATO - assemblaggio contenitori di plastica usati (senza uso di collanti) - 2006 -  12 x 12 cm

I Plastic Puppetz (letteralmente “pupazzi di plastica”) sono le creature che Maurato costruisce “in casa” usando qualsiasi contenitore o oggetto (principalmente) di plastica che gli passi per le mani e che abbia la forma che fa al caso suo, come ad esempio il contenitore dello shampoo, del collirio, la capsula dell’ovetto Kinder, etc. L’unione dei vari pezzi avviene senza l’uso di alcun tipo di colla o adesivi, ma esclusivamente attraverso un gioco di incastri con fascette di plastica.

L’approccio usato è lo stesso del bambino che gioca con i Lego: allo stesso modo Maurato crea usando i “pezzi” di cui dispone; la differenza è che questa volta il “cesto dei mattoncini Lego” è rappresentato dall’infinito mondo degli oggetti di plastica che ci circondano ogni giorno.

 

VIII° classificato COVER CONTEST

Selezionata da: Nila Shabnam Bonetti, Cecilia Freschini
voti popolari: 47

Alice Arisu - copertina n. 190

arte, mostre, eventi, artisti, cultura contemporanea - lobodilattice.com

ALICE ARISU - "There Are 6 Billions Other People I could Be" - fotografia, 50x70, 2010

"Whose culture is this?", serie di cui la fotografia fa parte, utilizza nuovamente la modalità fotografica degli esordi, riprendendone gli aspetti luministici e l’annullamento prospettico, e fonde questo filone con l’uso mediatico della parola scritta - derivato dall’ambito pubblicitario e puntualmente analizzato nei collages. Lo slogan svanisce: al suo posto sentenze e quesiti pungenti, che conducono alla riflessione come unico modus di liberazione, affrontando temi e questioni più astratte rispetto al focus sul disagio femminile di gran parte della produzione precedente, ma sempre volte a provocare una reazione nello spettatore. Il desiderio è di invitare alla riflessione, all’atto stesso del pensiero, del flusso di coscienza, del brainstorming, da innescare con una frase o un’allusione.

Tutta la serie qui.

 

IX° classificata COVER CONTEST

Selezionata da: Emanuele Beluffi, Cecilia Freschini
voti popolari: 45

Giulia Tamanini - copertina n.188

Giulia Tamanini - RM.UP, 2011, tecnica mista su tela, cm 80 x 90

 

Giulia Tamanini - RM.UP, 2011, tecnica mista su tela, cm 80 x 90

IN RIVA AL MARE

2007- Una giovane donna rivolta verso il mare è assorta in chissà quali pensieri. Il suo sguardo è perso verso un punto sconosciuto dell'orizzonte.

Io sono lì ad osservare e fotografare l'eleganza del suo sguardo e dei suoi movimenti così spontanei.

2011- Riprendo in mano le fotografie scattate in riva al mare e inizio ad elaborare un progetto costituito da disegni, dipinti e video. Cosa pensano le persone davanti al mare? Come cambia il loro atteggiamento? Sembra che per qualche istante tutto rallenti.

Il mio intento è di creare un insieme di opere dove i protagonisti siano gli spettatori del mare e di “indagarne” gli atteggiamenti.

 

11° Classificata COVER CONTEST

selezionata da: Luiza Samanda Turrini  + Cecilia Freschini

voti popolari: 24

Ale Senso - copertina n.187

ale senso, 12° classifica cover contest

view large

ALE SENSO - Il mondo è più pieno di pianto di quanto capire potrai - Trittico fotografico - 30 x 120 cm - 2010

Il lavoro è un'installazione dipinta, site-specific. I miei  dipinti  nascono  prevalentemente  in  fabbriche  o  luoghi  abbandonati.  L' approccio non è invasivo ma è piuttosto quello di abitare questi spazi, intervenendo sul contesto per ricreare nuovi significati. La fotografia in fine è la cornice che li riconnota in uno spazio artistico (messa in scena). Nella  scena  affrescata  del  compianto  dipinto  da  Giotto  nella  cappella  Scrovegni  a  Padova, sono dipinti una serie di angeli la cui intensità di emozioni è difficilmente paragonabile con altri nella storia. Portandoli in uno stanzone abbandonato smettono di disperarsi su un dato "corpo" univoco, per allargare la loro disperazione su un frammento abbandonato dell'umanità, un frammento che è anche frutto dei nostri giorni.

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12° Classificata COVER CONTEST

selezionata da: Emanuele Beluffi  + Alessandro Trabucco

voti popolari: 10

 

 

Chuck Sperry - copertina n.186

Chuck Sperry

 

Fumetti, grafica, graffiti, pupazzi per animazioni in stop-motion, tatuaggi, decorazioni areografe per auto, skate e tavole da surf: le arti minori del Ventesimo Secolo costituiscono la struttura di tutto ciò che è Lowbrow Art (e che non è per forza Surrealismo Pop, nè  viceversa). Chuck Sperry guarda all’universo dei poster promozionali del rock, e lo rivoluziona  creando uno stile cangiante, che si rifà di volta in volta all’orizzonte poetico della band di riferimento. Nel caso dei Moonalice, vetero-frichettoni da easy-listening con furgone e capello lungo, non può essere altro che la gloriosa stagione dei poster psichedelici, con le loro miscele di contrasti fra pastelli e fluo, le orbite elittiche da LSD e le citazioni tardo-ottocentesche, ispirate ai vestiti vittoriani degli hippie.  

 

 

 

 

!ATTENZIONE!

Ultima copertina a cura di Luiza Samanda Turrini. Da Lunedì 4 Luglio partiranno le copertine del Cover Contest, dalla dodicesima fino alla prima, che ci terranno compagnia per tutta l'estate fino alla mostra di Stat Art, occasione in cui verranno consegnati anche i premi di Apparel Music.

Stay Tuned!

Redazione

Andrea Chiesi - copertina n.185

andrea chiesi artista
Andrea Chiesi -  K.Y.28 - 100X70 - 2006
 
La fine è una delle cifre stilistiche più forti dell’opera di Andrea Chiesi. La fine della società fordista ed industriale, la fine del lavoro, la fine di un antico sogno di benessere che condividevano tutti, dal borghese all’operaio comunista.  La  fine di quest’epoca è esemplificata dalle rovine delle sue cattedrali, da quelle fabbriche abbandonate che per un decennio sono state il soggetto d’elezione di Chiesi. La nostalgia del mondo di prima è suggerita anche dall’indagine maniacale di una forma simbolica obsoleta, la prospettiva. E’ con la prospettiva che nasce la civiltà moderna, di cui la fabbrica è stato l’estremo emblema. Il primo ciclo industrial è G.R.U., il cui nome, (acronimo di Grande Rumore Universale) suggerisce l’idea della struttura, e il più virtuosistico di tutti è Kali Yuga. Secondo la mitologia indiana Kali Yuga è l’età del ferro, caratterizzata da discordia, ignoranza, ingiustizia e guerra . L’ultima era concessa all’uomo prima della distruzione e del rinnovamento. La nostra.

  

 

 

Max Papeschi - copertina n.184

max papeschi artista

 

Notturno e solitario. Artigli di quindici centimetri. Retrattili. Spesso preda i cuccioli di lupo, e il lupo quando può gli rende il favore. Può mangiare anche cuccioli di orso bianco o di panda gigante. Oppure i propri, per rendere le femmine sessualmente ricettive.  La sua zampata è come il colpo di un maglio. Ne sa qualcosa Timothy Treadwell, il naturalista Fitzcarraldo che voleva essere accettato dagli orsi della riserva di Katmai in Alaska come uno di loro, e dopo tredici anni  di appostamenti è stato divorato assieme alla sua compagna, mentre la sua telecamera registrava le loro urla. Nel documentario Grizzly Man, Werner Herzog sceglie di non fare sentire quest’ultima agghiacciante traccia sonora. Nella rete invece, il motore di ricerca fornisce pagine con dicitura Timothy Treadwell Death Audio. Il più grande desiderio delle SS naziste era cadere preda della trance Wut, per trasformarsi in berserker, guerrieri orso. Evidentemente non sono stati esauditi. Perché il Wut dovrebbe donare l’invulnerabilità, e quindi l’immunità alla sconfitta. Berlin Mon Amour, Max Papeschi.